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ITALIA DEI VALORI di SARONNO: Quante volte ti lamenti di decisioni prese da politici locali? Spese inutili,strade dissestate, criminalità,... In questo spazio puoi esprimere le tue opinioni e dare il tuo contributo effettivo. Puoi segnalare tutto quello che non va e non ti piace nella politica locale, criticare le decisioni prese o suggerire interventi sul territorio... Partecipa e lavora insieme a noi! Apprezziamo il tuo contributo e siamo pronti a valorizzarlo!
Il nostro primo ministro Silvio Berlusconi deve pagare 25.000 euro di spese processuali al settimanale britannico l'Economist secondo quanto deciso dal tribunale di Milano. La notizia è passata in sordina. Delle nostre testate nazionali, Repubblica ne ha fatto timidamente menzione a pagina 13 lo scorso 6 settembre affiancando la notizia alla foto del Presidente del consiglio che abbraccia campioni olimpici e delira dicendo di averci salvato dal ritorno del comunismo. Le altre testate il silenzio, nel timore di rompere il clima idilliaco tra governo e ombra di governo. Certamente ad Emilio Fede la notizia nessuno l'ha detta, agli altri Tg forse è sfuggita.
Il 26 aprile 2001 in un articolo copertina dal titolo "Perchè Berlusconi non è adatto a guidare l'Italia"(leggi l'articolo tradotto) si criticava il futuro Presidente del consiglio per essere al centro di un conflitto di interessi, si analizzava il suo impero commerciale e si numeravano i processi in corso contro di lui. Silvio Berlusconi allora partì all’attacco con una querela per diffamazione. Si trattava di un'edizione pubblicata poco prima delle elezioni che alla fine vinse. Poco importa che la querela non avesse alcun fondamento, servì a fare campagna elettorale, a mostrare i muscoli agli italiani. Anche a costo di una figuraccia internazionale dopo 7 anni, tanto, avrà pensato gli italiani dimenticano e i media aiuteranno a non ricordare. El Pais, lo stesso Economist, Reuters e altre fonti internet però la notizia la hanno riportata signor Presidente.
Gli argomenti dell'Economist rientrano pienamente nel "libero ed insindacabile esercizio del diritto di manifestazione del pensiero riconosciuto e tutelato dall'art.21 Cost.", ha scritto il giudice nella sentenza del 26 agosto di quest'anno (leggi la sentenza).
La gravità della querela depositata nel luglio 2001 da Silvio Berlusconi non è la sentenza dall'esito scontato leggendo l'articolo in questione, ma il fatto che debba essere un giudice a ricordare a colui che di lì a poco sarebbe diventato Presidente del Consiglio, e che oggi dopo 7 anni lo è nuovamente, cos'è l'articolo 21.
Attendiamo il ricorso preannunciato dal nostro Presidente del Consiglio ricordandogli che la stampa degli altri paesi occidentali non è quella della mitraglia mimata nella visita dell'ex premier sovietico Vladimir Putin e che la magistratura italiana non è ancora malleabile come il ministro della (sua) giustizia Angelino Alfano.
Il Coordinamento di Saronno dell’Italia Dei Valori con Di Pietro comunica che prosegue la campagna d’iscrizione al Partito, a tale scopo organizzerà, tempo permettendo, domenica 8 giugno un gazebo in c.so Italia in mattinata.
Ringraziamo sin d’ora i cittadini che aderiranno alla nostra iniziativa.
(ANSA) - ROMA, 23 MAG - 'Per i mutui a tasso variabile ancora una bufala del governo'. A sostenerlo e' Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori.' Quello che Tremonti cerca di vendere come una sua conquista - prosegue Di Pietro - non e' altro che uno specchietto per le allodole. Stiano attenti i cittadini. L'importo di ogni rata puo' anche calare come era nel 2006, ma il loro numero poi aumentera' e su quelle aggiuntive incideranno nuovi interessi. Insomma, una falsa illusione che rischia di gravare sulle spalle di tanti cittadini alle prese con una rata per pagarsi la casa che hanno acquistato'. 'Perche' Tremonti non ha insistito con i banchieri per applicare le norme, gia' in vigore, che prevedono la portabilita' dei mutui a costo zero ed aprire quindi una sana competizione tra gli istituti di credito? E' cosi' - conclude il leader dell'Italia dei Valori - che il cittadino sarebbe veramente libero di scegliersi la banca che applica tassi piu' convenienti e trovare un reale risparmio'.
Riporto un brano tratto da "Mani Sporche", libro pubblicato da Chiarelettere e scritto da Barbacetto, Gomez e Travaglio, dal titolo "Silvio 'privato corruttore'" (pag.769).
"Anche i giudici d’appello chiamano Berlusconi il “privato corruttore”. Ma diversamente da quel che avevano stabilito i loro colleghi nel rinvio a giudizio, scrivono nero su bianco che Previti, Pacifico e Acampora non concorrono nel reato del giudice Metta, bensì in quello del “privato corruttore”, cioè del Cavaliere:
‘ l’attività degli extranei nella consegna del compenso illecito si sostituisce a una condotta, che, altrimenti, sarebbe giocoforza posta in essere, in via diretta, dal privato interessato […]. La retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore. ‘
In pratica i tre avvocati Fininvest agirono come intermediari di Berlusconi, che li incaricò di pagare Metta e, in seguito alla sentenza comprata, alla fine intascò il primo gruppo editoriale italiano. E, diversamente da lui, non meritano le attenuanti generiche, “non ravvisandosi alcun elemento positivo per attenuare il trattamento sanzionatorio”. E questo per:
‘ l’enorme gravità del reato [e per] la gravità del danno arrecato non solo alla giustizia, ma all’intera comunità, minando i principi posti alla base della convivenza civile secondo i quali la giurisdizione è valore a presidio e tutela di tutti i cittadini con conseguente ulteriore profilo di gravità per l’enorme nocumento cagionato alla controparte nella causa civile e per le ricadute nel sistema editoriale italiano, trattandosi di controversia (la cosiddetta guerra di Segrate) finalizzata al controllo dei mezzi di informazione; [per] la spiccata intensità del dolo; [per] i motivi a delinquere determinati solo dal fine di lucro e, più esattamente, dal fine di raggiungere una ricchezza mai ritenuta sufficiente; [per] i comportamenti processuali tenuti [con continue e spudorate “menzogne”, nda]; [per] il precedente penale specifico [Imi-Sir, nda]. ‘
Quanto alle parti civili, i giudici riconoscono alla Presidenza del Consiglio un danno di 129 mila euro:
‘ l’episodio delittuoso si svolse all’interno della cosiddetta “guerra di Segrate”, combattuta per il controllo di noti e influenti mezzi di informazione; e si deve tener conto dei conseguenti interessi in gioco, rilevanti non solo sotto un profilo meramente economico, comunque ingente, ma anche sotto quello prettamente sociale della proprietà e dell’acquisizione di mezzi di informazione di tale diffusione. ‘
La parte civile Cir, cioè De Benedetti, ha diritto al rimborso dei danni morali e patrimoniali, ma da quantificare in separata sede civile: i giudici avrebbero concesso un anticipo in sede penale, cioè una “provvisionale”, ma i legali Cir non ne hanno fatto richiesta. Spetterà dunque ai giudici civili stabilire e liquidare:
‘ tanto il danno emergente quanto il lucro cessante, sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi effettivi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari. ‘
Il 13 luglio 2007 la II sezione penale della Cassazione mette il timbro finale al caso Mondadori, confermando in toto la sentenza d’appello-bis. La vicenda – scrivono i giudici – “coinvolgente la Fininvest, fonte della corruzione e pagatrice del pretium sceleris”, cioè del “mercimonio” della sentenza Metta, non può ammettere le attenuanti generiche: per “l’elevata gravità del reato e del relativo danno, l’intensità del dolo, i motivi a delinquere e i comportamenti processuali” caratterizzati da “mendacio”. Quanto alle prove, ce ne sono a bizzeffe: rappresentano un “corredo di emergenze, nomi e collegamenti ben diverso dalla definizione di “schizzo di fango”, usata dai difensori dell’ex giudice Metta. Ora è ufficiale: il Cavaliere possiede da sedici anni una casa editrice grazie a una sentenza comprata. Ma, naturalmente, nessuno gliene chiederà conto.”
Italia dei Valori si presenta alle elezioni insieme al Partito Democratico, dopo che l’ex Presidente Reguzzoni ha deciso di dimettersi a meno di un anno dal voto del 28 maggio 2007. Abbiamo quindi elaborato un programma comune (scaricabile a questo indirizzo) che tocca tutte le necessità della nostra Provincia, dal tema fondamentale del rapporto Istituzioni–Cittadino, a quelli dell’ambiente e dei servizi pubblici. Noi di Italia dei Valori ci impegneremo sui temi che da sempre contraddistinguono la nostra azione politica. In primo piano la sicurezza e la legalità, per riconfermare il NO all’indulto e al clientelarismo, la lotta agli sprechi e la trasparenza nella gestione pubblica. Altro punto focale le problematiche giovanili, che possono trovare risposta positiva attraverso il trinomio Istruzione, Formazione, Lavoro. Italia dei Valori ritiene fondamentale l’apporto dei Giovani nella società civile e nella politica e ne candida 8 nella nostra provincia (l'elenco completo dei candidati è scaricabile cliccando qui). L’impegno dell’Italia dei Valori si rivolge quindi a migliorare il nostro futuro, su cui gravano ipoteche pesanti quali i debiti contratti per i prossimi quarant’anni dall’amministrazione provinciale e la situazione ambientale. Ci impegneremo quindi, con la serietà e la trasparenza che ci contraddistinguono e con l’entusiasmo dei nostri giovani, per portare avanti i diritti di tutti e non solo i vantaggi di pochi, per difendere la politica dei diritti contro quella dei privilegi. Daremo voce alle vostre istanze che fin d’ora potete comunicare a idvsaronno@gmail.com.
Dallo scorso 26-27 Maggio sono passati solo 8 mesi e mezzo.
Ecco l'uomo, bustocco doc, l'uomo del territorio che difende i varesini, non può rinunciare alla cadregha romana e si dimette.
Lui, l'ingegnere che non voleva sottrarre un euro, ai suoi concittadini non rinuncia alla sua pensioncina da 2 anni e otto mesi e fa spendere, anche per la sua provincia, altri soldi per nuove elezioni anticipate.
Se poi, come pare ovvio dopo il rifiuto di Silvio all'election day, si dovrà votare più avanti (Giugno), la spesa elettorale sarà ancora maggiore.
Questo alla Lega non preoccupa, con circa 4 € di rimborso elettorale ogni voto ricevuto, ben vengano nuove e costose elezioni! Se poi è possibile ricevere doppie pensioni e doppi privilegi, tanto meglio!
Il comportamento verticista del partito Leghista non pare una gran novità. L'ex sindaco, Fumagalli, a Varese è durato poco più di 6 mesi, infatti è stato commissariato il Comune, a seguito delle indagini per abuso d'ufficio.
I nomi che già circolano paiono alquanto assurdi, infatti molti elettori leghisti non potranno mai votare persone come Caianiello (FI) o qualcun altro che non abbia il fazzoletto verde.
Ecco che qualcuno getta nella mischia il padre della Lega che magari vincerebbe a mani basse, però con i suoi problemi, chiari a tutti, di salute e si rischierebbe di tornare un'altra volta al voto dopo solo 6-9 o 12 mesi. Ma forse è meglio così: le macchine partitiche mangiano soldi e una bella iniezione di rimborsi elettorali non può fare che piacere.
Non bastano le consulenze d’oro dei comuni, non bastano i lauti compensi degli Amministratori Delegati di società partecipate da enti locali, mentre in alcune di queste risultano assunti più dirigenti che impiegati!
Preoccupa l’indifferenza del cittadino che, indignato, non sa più a chi rivolgersi e troppo spesso diserta le urne, un comportamento sbagliato che lascia spazio proprio ai peggiori. Nella cabina elettorale, non si ricordino i bei discorsi, le vane parole, i numeri snocciolati di presunti successi di cui non si vede traccia nella vita reale. Si guardino i fatti: Reguzzoni si è dimesso dopo 8 mesi e questo è indice evidente di quanto avesse a cuore il suo programma, il resto, le altisonanti parole di giustificazione, è tutto aria fritta!
Noi, che abbiamo fatto una campagna elettorale risultata quasi invisibile, senza grande clamore e grande spesa, avevamo già posto l’attenzione sulle sirene romane che stavano cominciando a suonare all’orecchio e avevamo denunciato apertamente che si correva il rischio di tornare a nuove elezioni dopo solo pochi mesi dalle precedenti.
Ci siamo impegnati ed ancora con più forza ci impegneremo e sosterremo una campagna affinché sulla scheda elettorale gli elettori trovino alternative e non solo le solite alternanze dei soliti noti.
Roma, 1 feb. (Apcom) - Se si andasse ad elezioni anticipate i partiti continueranno a percepire i rimborsi della XV legislatura fino al 2011 e a questi si sommeranno i rimborsi spettanti per quella che sarà la XVI legislatura per un costo complessivo di 300 milioni di euro in tre anni. Lo denuncia Silvana Mura, deputata dell'Italia dei Valori. "La crisi di governo - prosegue - ha messo il silenziatore a molte torbide vicende di questo Paese, gli attacchi alla magistratura, lo scandalo Cuffaro, il trasferimento di De Magistris, l`assoluzione di Silvio Berlusconi per la legge selfservice sulla depenalizzazione del falso in bilancio e da ultima una legge sciagurata per i rimborsi elettorali". "Mi riferisco a una legge vergogna del febbraio 2006 - osserva Mura - approvata dal governo di centrodestra, e non abrogata in questa legislatura, che consente ai partiti, in caso di scioglimento anticipato della Camera e del Senato, di continuare a percepire i rimborsi elettorali fino alla data di scadenza naturale della legislatura. In altre parole, se, come pare, si andasse ad elezioni anticipate, i partiti continueranno a percepire i rimborsi della XV legislatura fino al 2011, e a questi si sommeranno i rimborsi spettanti per quella che sarà la XVI legislatura". "Insomma - sottolinea l'esponente dell'IdV - dalle tasche degli italiani, tutti quelli aventi diritto al voto, i partiti sfilano di tasca un doppio rimborso per ben tre anni, per un costo complessivo di 300 milioni di euro. Il meccanismo è perverso e per assurdo incentiva la caduta dei governi, più governi si susseguono nel minor tempo possibile e più i partiti vengono foraggiati. Più i partiti dimostrano di non essere capaci di governare, più ricevono soldi". "L`Italia dei Valori ha proposto in tutte le occasioni, con tutte le sue forze, l'abrogazione di questa legge priva di ogni fondamento etico e morale già nella finanziaria 2007 replicando con una proposta di legge anche in quella del 2008. Nessun partito ha offerto la propria disponibilità, nessuno ha voluto rinunciare a 100 milioni in più all'anno che questa norma deposita nelle loro tasche", conclude Mura.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Con la depenalizzazione del falso in bilancio, approvato da Berlusconi e dalla sua maggioranza, il conflitto d'interessi emerge in tutta la sua gravita'. Se non si provvede a risolvere il conflitto d'interessi non si avra' mai la certezza che chi sta nelle istituzioni faccia gli interessi della collettivita' piuttosto che i suoi". Lo scrive, nel suo blog, Antonio Di Pietro. "Nel caso specifico Berlusconi era sottoposto ad un processo per il reato di falso in bilancio ma, avendo provveduto a modificarlo, l'ha fatta franca -aggiunge il leader di Idv-. Noi abbiamo ripristinato quel reato con un Ddl ma intanto, per Berlusconi, c'e' stata l'impunita'. E' gia' molto grave che, per sistemare un caso personale, si modifichi una legge; ora, alla beffa, si aggiunge il danno gravissimo per il Paese e per quei cittadini che sono state vittime di chi, macchiatosi dello stesso reato, non sara' condannato".
Circolo Carlo Rosselli di Milano – Associazione Sinistra Rossoverde – Fondazione Critica Liberale – Circolo Critica Liberale Milano – CGIL Lombardia – Circolo La Riforma – Laboratorio Politico Metropolitano – Arciragazzi – Donne in Rete – Associazione Donne Arabe in Italia (DARI) – Associazione Luca Coscioni – Aspide – Associazione Enzo Tortora-Radicali Milano – Circolo Nuova Società – Associazione per il Rinnovamento della Sinistra – Aprile – Circolo Il Socialista – Associazione Unione Laica di Cernusco Sul Naviglio – Associazione per una Libera Università delle Donne – Lega Italiana Nuove Famiglie
Organizzano un incontro sul tema
Rapporto sulla secolarizzazione e difesa della laicità
ITALIA LAICA E LAICI IN GINOCCHIO
Perché in questo Paese i laici contano così poco,
quando la società si sta sempre più secolarizzando?
GIOVEDI’
presso ARCHIVI DEL 900 (ex Tikkùn) in via Montevideo 9
a Milano (zona Parco Solari – MM2 Sant’Agostino)
Intervengono
Marco BRUNAZZI docente di storia contemporanea Università degli Studi di Bergamo
Susanna CAMUSSO segretaria regionale CGIL Lombardia
Dounia ETTAIB rappresentante dell’Associazione Donne Arabe in Italia
Giulio GIORELLO docente di filosofia della scienza Università degli Studi di Milano
Franco GRILLINI deputato socialista, presidente onorario Arcigay.
Enzo MARZO direttore di Critica Liberale
Bruno MELLANO deputato radicale
Carlo Augusto VIANO professore emerito dell’Università degli Studi di Torino
Introduce Francesco Somaini presidente Circolo Carlo Rosselli Milano
Gli italiani, alle prese con i più reali problemi quotidiani della propria vita, assistono, disgustati ed intrattenuti allo stesso tempo, al progressivo degrado del livello di capacità e azione del ceto politico alle redini del paese, rumoroso e colorato sfondo ormai da tempo in testa ai reality show preferiti dal popolo di tutte le fasce sociali.
Il Mastella show, in particolare, non ci è proprio nuovo, ma il suo conduttore merita la nostra stima per la capacità di mantenere l’attenzione su di sé, nonostante la ripetitività e prevedibilità del canovaccio, che abilmente induce sempre tutti a dimenticare l’esiguità dei consensi su cui effettivamente poggia.
Nessuno può non simpatizzare umanamente con un uomo che vede la propria moglie sottoposta a misure restrittive della libertà personale; nessuno che abbia visto Elio, uno dei figli di Clemente Mastella, può pensarne meno che bene per com’egli ha affrontato a viso aperto e parole chiare certo giornalismo necrofilo; nessuno può non notare la singolarità della focalizzazione dell’inchiesta giurisdizionale di S. Maria Capua Vetere sul partito Udeur e su suoi aderenti e referenti, quando tutti sanno che le prassi incriminate e messe platealmente in piazza sono tristemente comuni e trasversalmente praticate dalla politica locale e nazionale.
Così “big” Clemente si presenta, ancora ministro della Giustizia in carica, in Parlamento e sostituisce alla relazione annuale sullo stato della giurisdizione le dimissioni in diretta ed un’invettiva senza precedenti contro la magistratura, che fa venire i complessi pure a Berlusconi (che spesso ha avuto motivo di pentirsi della propria delicatezza).
Il senatore Mastella incassa solidarietà a piene mani, umana da tutti, politica da troppi, applausi a scena aperta da una Camera che potrebbe aver fatto lo stesso l’altro ieri, e non 15 anni fa, per Benedetto Craxi detto Bettino; il Presidente del Consiglio lo loda, fa proprio tutto quello che può di ciò che il Mastella ha detto e fatto, tace pericolosamente sull’indicibile che pure è stato detto, sorride ammiccante (né gli riesce altrimenti) richiamando il figliol prodigo all’ovile.
Ma nulla è sufficiente; l’abbraccio che Casini ha offerto a Mastella all’uscita dall’aula dopo il discorso di fuoco è bastato a far scoccare di nuovo la scintilla dell’antica passione: il grande centro. Penso che se tentassimo di parlare di centro ad uno straniero, un nordamericano ad esempio, quello probabilmente penserebbe alle freccette, o a qualche altro gioco di compagnia. Per Clemente Mastella la ricerca di quell’ineffabile ed eterea sostanza sempre sfuggita agli alchimisti e nota solo come “centro” è invece una ragione di vita. Solo un cinico comunista infido potrebbe pensare che il medesimo lungimirante Mastella abbia visto infine spostarsi il delicato ago della propria convenienza, e quindi proceduto alla chiusura dello sportello in zona centrosinistra per recarsi all’incasso nell’altro quartiere.
Penso sia opportuno simpatizzare con tutta la famiglia Mastella, ed auspicare che le future consultazioni elettorali consentano finalmente agli elettori di cancellare dall’orizzonte politico almeno il partito-famiglia Udeur, grottesca punta di diamante della clamorosa autoreferenzialità ed inettitudine della politica di cui gli italiani sono esasperatamente stanchi, ed altrettanto incapaci di liberarsi.
Andrea GuazziRoma, 16 gen. (Adnkronos) - ''Esprimo la mia umana comprensione per la vicenda che riguarda la moglie del ministro Mastella. E' altresi' apprezzabile il senso di responsabilita' e la correttezza istituzionale che hanno portato il ministro della Giustizi ad annunciare in Parlamento le sue dimissioni, gesto che, siamo certi, contribuira' a rasserenare il clima ed a sgomberare il campo da basse strumentalizzazioni''. Lo afferma Antonio Di Pietro che pero' bolla come ''inaccettabile'' l'attacco sferrato dal guardasigilli dimissionario alla magistratura. ''Come Italia dei valori -sottolinea il ministro delle Infrastrutture- non possiamo non prendere le distanze dalla parole pronunciate dal guardasigilli, nei passaggi in cui parla di giustizia ad orologeria, di giudici che cercano di abbattere i loro nemici politici, o di magistrati che fanno ostaggi. Queste parole non le abbiamo tollerate quando erano altri ad invocare queste argomentazioni, non possiamo ora, per la nostra coerenza, accettarle da chi e' ministro della Giustizia in carica, anche perche' -scandisce il leader Idv- quando si pensano queste cose della magistratura italiana, diventa veramente difficile svolgere con equilibrio un ruolo delicato come quello del guardasigilli''. ''Ribadiamo, infine, anche in questa occasione, il concetto per cui quando si ha a che fare con la giustizia -avverte Di Pietro- ci si difende nelle aule dei tribunale e non al di fuori di esse''.