...il coraggio di essere liberi

26 gennaio 2008

Iniziativa

Segnaliamo interessante iniziativa:

Circolo Carlo Rosselli di Milano – Associazione Sinistra Rossoverde – Fondazione Critica Liberale – Circolo Critica Liberale Milano – CGIL Lombardia – Circolo La Riforma – Laboratorio Politico Metropolitano – Arciragazzi – Donne in Rete – Associazione Donne Arabe in Italia (DARI) – Associazione Luca Coscioni – Aspide – Associazione Enzo Tortora-Radicali Milano – Circolo Nuova Società – Associazione per il Rinnovamento della Sinistra – Aprile – Circolo Il Socialista – Associazione Unione Laica di Cernusco Sul Naviglio – Associazione per una Libera Università delle Donne – Lega Italiana Nuove Famiglie

Organizzano un incontro sul tema

Rapporto sulla secolarizzazione e difesa della laicità

ITALIA LAICA E LAICI IN GINOCCHIO

Perché in questo Paese i laici contano così poco,

quando la società si sta sempre più secolarizzando?

GIOVEDI’ 31 GENNAIO 2008 - ORE 21.00

presso ARCHIVI DEL 900 (ex Tikkùn) in via Montevideo 9

a Milano (zona Parco Solari – MM2 Sant’Agostino)

Intervengono

Marco BRUNAZZI docente di storia contemporanea Università degli Studi di Bergamo

Susanna CAMUSSO segretaria regionale CGIL Lombardia

Dounia ETTAIB rappresentante dell’Associazione Donne Arabe in Italia

Giulio GIORELLO docente di filosofia della scienza Università degli Studi di Milano

Franco GRILLINI deputato socialista, presidente onorario Arcigay.

Enzo MARZO direttore di Critica Liberale

Bruno MELLANO deputato radicale

Carlo Augusto VIANO professore emerito dell’Università degli Studi di Torino

Introduce Francesco Somaini presidente Circolo Carlo Rosselli Milano

22 gennaio 2008

Mastella

Gli italiani, alle prese con i più reali problemi quotidiani della propria vita, assistono, disgustati ed intrattenuti allo stesso tempo, al progressivo degrado del livello di capacità e azione del ceto politico alle redini del paese, rumoroso e colorato sfondo ormai da tempo in testa ai reality show preferiti dal popolo di tutte le fasce sociali.

Il Mastella show, in particolare, non ci è proprio nuovo, ma il suo conduttore merita la nostra stima per la capacità di mantenere l’attenzione su di sé, nonostante la ripetitività e prevedibilità del canovaccio, che abilmente induce sempre tutti a dimenticare l’esiguità dei consensi su cui effettivamente poggia.

Nessuno può non simpatizzare umanamente con un uomo che vede la propria moglie sottoposta a misure restrittive della libertà personale; nessuno che abbia visto Elio, uno dei figli di Clemente Mastella, può pensarne meno che bene per com’egli ha affrontato a viso aperto e parole chiare certo giornalismo necrofilo; nessuno può non notare la singolarità della focalizzazione dell’inchiesta giurisdizionale di S. Maria Capua Vetere sul partito Udeur e su suoi aderenti e referenti, quando tutti sanno che le prassi incriminate e messe platealmente in piazza sono tristemente comuni e trasversalmente praticate dalla politica locale e nazionale.

Così “big” Clemente si presenta, ancora ministro della Giustizia in carica, in Parlamento e sostituisce alla relazione annuale sullo stato della giurisdizione le dimissioni in diretta ed un’invettiva senza precedenti contro la magistratura, che fa venire i complessi pure a Berlusconi (che spesso ha avuto motivo di pentirsi della propria delicatezza).

Il senatore Mastella incassa solidarietà a piene mani, umana da tutti, politica da troppi, applausi a scena aperta da una Camera che potrebbe aver fatto lo stesso l’altro ieri, e non 15 anni fa, per Benedetto Craxi detto Bettino; il Presidente del Consiglio lo loda, fa proprio tutto quello che può di ciò che il Mastella ha detto e fatto, tace pericolosamente sull’indicibile che pure è stato detto, sorride ammiccante (né gli riesce altrimenti) richiamando il figliol prodigo all’ovile.

Ma nulla è sufficiente; l’abbraccio che Casini ha offerto a Mastella all’uscita dall’aula dopo il discorso di fuoco è bastato a far scoccare di nuovo la scintilla dell’antica passione: il grande centro. Penso che se tentassimo di parlare di centro ad uno straniero, un nordamericano ad esempio, quello probabilmente penserebbe alle freccette, o a qualche altro gioco di compagnia. Per Clemente Mastella la ricerca di quell’ineffabile ed eterea sostanza sempre sfuggita agli alchimisti e nota solo come “centro” è invece una ragione di vita. Solo un cinico comunista infido potrebbe pensare che il medesimo lungimirante Mastella abbia visto infine spostarsi il delicato ago della propria convenienza, e quindi proceduto alla chiusura dello sportello in zona centrosinistra per recarsi all’incasso nell’altro quartiere.

Penso sia opportuno simpatizzare con tutta la famiglia Mastella, ed auspicare che le future consultazioni elettorali consentano finalmente agli elettori di cancellare dall’orizzonte politico almeno il partito-famiglia Udeur, grottesca punta di diamante della clamorosa autoreferenzialità ed inettitudine della politica di cui gli italiani sono esasperatamente stanchi, ed altrettanto incapaci di liberarsi.

Andrea Guazzi

18 gennaio 2008

GIUSTIZIA: DI PIETRO, INACCETTABILE ATTACCO MASTELLA A MAGISTRATURA

Roma, 16 gen. (Adnkronos) - ''Esprimo la mia umana comprensione per la vicenda che riguarda la moglie del ministro Mastella. E' altresi' apprezzabile il senso di responsabilita' e la correttezza istituzionale che hanno portato il ministro della Giustizi ad annunciare in Parlamento le sue dimissioni, gesto che, siamo certi, contribuira' a rasserenare il clima ed a sgomberare il campo da basse strumentalizzazioni''. Lo afferma Antonio Di Pietro che pero' bolla come ''inaccettabile'' l'attacco sferrato dal guardasigilli dimissionario alla magistratura. ''Come Italia dei valori -sottolinea il ministro delle Infrastrutture- non possiamo non prendere le distanze dalla parole pronunciate dal guardasigilli, nei passaggi in cui parla di giustizia ad orologeria, di giudici che cercano di abbattere i loro nemici politici, o di magistrati che fanno ostaggi. Queste parole non le abbiamo tollerate quando erano altri ad invocare queste argomentazioni, non possiamo ora, per la nostra coerenza, accettarle da chi e' ministro della Giustizia in carica, anche perche' -scandisce il leader Idv- quando si pensano queste cose della magistratura italiana, diventa veramente difficile svolgere con equilibrio un ruolo delicato come quello del guardasigilli''. ''Ribadiamo, infine, anche in questa occasione, il concetto per cui quando si ha a che fare con la giustizia -avverte Di Pietro- ci si difende nelle aule dei tribunale e non al di fuori di esse''.

13 gennaio 2008

LEGGE ELETTORALE: DI PIETRO, NOI DRITTI VERSO IL REFERENDUM

(ANSA) - ROMA, 11 GEN - Piuttosto che fare una legge dopo un'estenuante negoziato tra i partiti, 'noi andremo dritti al referendum'. Antonio Di Pietro schiera l'Italia dei Valori fuori dal confronto in Parlamento sulla riforma elettorale. L'IdV, dice il ministro delle Infrastrutture a margine di una conferenza stampa organizzata per rivendicare i risultati ottenuti in finanziaria per la riduzione dei costi della politica, non e' 'contro' la bozza Bianco. Ma pensa che debbano decidere i cittadini. 'Se dobbiamo essere contro qualcosa, siamo contro la proliferazione dei partiti - afferma Di Pietro - Quindi, siamo d'accordo con l'idea di Veltroni e Berlusconi per una legge che blocchi il proliferare di mille sigle politiche, ma allora e' il caso che nasca da una decisione dei cittadini. E vogliamo ricordare a Pd e Fi che noi, insieme ad An, siamo stati i primi a dirlo, raccogliendo le firme per il referendum'. Di Pietro e' convinto insomma che la legge che dovesse uscire dal referendum potrebbe funzionare, 'con il sistema maggioritario e lo sbarramento'. E si chiama fuori dal confronto. 'L'IdV restera' nelle istituzioni, nel governo, nella maggioranza di centrosinistra - afferma durante la conferenza stampa - perche' solo cosi' si possono davvero cambiare le cose. Ma per farlo ci vogliono regole che ci consentano di competere. Invece mi pare che stiano facendo regole per eliminarci...'. Per questo, alla deputata dipietrista Silvana Mura non resta che rivolgersi agli elettori: 'Se non ci fossimo stati noi - dice infatti - tanti risultati per eliminare sprechi e privilegi della politica non si sarebbero ottenuti: dateci voti, fateci diventare un grande partito per superare la soglia...'.(ANSA).