...il coraggio di essere liberi

21 settembre 2008

'ndrangheta e politica

Da due quotidiani nazionali si apprendono notizie sconcertanti che riguardano la nostra Provincia; sapere che la lunga mano delle cosche voglia arrivare ad inquinare anche il nostro territorio è un fatto molto grave che non può lasciare indifferenti le forze democratiche. Il fatto che vi possano essere coinvolti dei noti politici della nostra Provincia fa riflettere su come si sono ridotte quelle regioni dove il connubio fra cosche è politica ha trovato terreno fertile su cui radicarsi e questo ci obbliga a fare l'impossibile per evitarlo. Lecito il sospetto che le notizie non siano trapelate in modo fortuito in quanto potrebbero portare alla compromissione dell’inchiesta impedendo agli inquirenti di fare chiarezza. Tutti dobbiamo fare la nostra parte per impedire che la nostra terra possa essere contaminata da realtà lontane dalla nostra cultura legata al lavoro e al sacrificio e non allo sfruttamento determinato dalla paura e dalla violenza.

Coordinatore Provinciale

"Di Pietro Italia dei Valori"

Alessandro Milani

09 settembre 2008

Querele elettorali

Il nostro primo ministro Silvio Berlusconi deve pagare 25.000 euro di spese processuali al settimanale britannico l'Economist secondo quanto deciso dal tribunale di Milano. La notizia è passata in sordina. Delle nostre testate nazionali, Repubblica ne ha fatto timidamente menzione a pagina 13 lo scorso 6 settembre affiancando la notizia alla foto del Presidente del consiglio che abbraccia campioni olimpici e delira dicendo di averci salvato dal ritorno del comunismo. Le altre testate il silenzio, nel timore di rompere il clima idilliaco tra governo e ombra di governo. Certamente ad Emilio Fede la notizia nessuno l'ha detta, agli altri Tg forse è sfuggita.

Il 26 aprile 2001 in un articolo copertina dal titolo "Perchè Berlusconi non è adatto a guidare l'Italia"(leggi l'articolo tradotto) si criticava il futuro Presidente del consiglio per essere al centro di un conflitto di interessi, si analizzava il suo impero commerciale e si numeravano i processi in corso contro di lui. Silvio Berlusconi allora partì all’attacco con una querela per diffamazione. Si trattava di un'edizione pubblicata poco prima delle elezioni che alla fine vinse. Poco importa che la querela non avesse alcun fondamento, servì a fare campagna elettorale, a mostrare i muscoli agli italiani. Anche a costo di una figuraccia internazionale dopo 7 anni, tanto, avrà pensato gli italiani dimenticano e i media aiuteranno a non ricordare. El Pais, lo stesso Economist, Reuters e altre fonti internet però la notizia la hanno riportata signor Presidente.
Gli argomenti dell'Economist rientrano pienamente nel "libero ed insindacabile esercizio del diritto di manifestazione del pensiero riconosciuto e tutelato dall'art.21 Cost.", ha scritto il giudice nella sentenza del 26 agosto di quest'anno (leggi la sentenza).

La gravità della querela depositata nel luglio 2001 da Silvio Berlusconi non è la sentenza dall'esito scontato leggendo l'articolo in questione, ma il fatto che debba essere un giudice a ricordare a colui che di lì a poco sarebbe diventato Presidente del Consiglio, e che oggi dopo 7 anni lo è nuovamente, cos'è l'articolo 21.
Attendiamo il ricorso preannunciato dal nostro Presidente del Consiglio ricordandogli che la stampa degli altri paesi occidentali non è quella della mitraglia mimata nella visita dell'ex premier sovietico Vladimir Putin e che la magistratura italiana non è ancora malleabile come il ministro della (sua) giustizia Angelino Alfano.