...il coraggio di essere liberi

30 settembre 2012

A favore della città metropolitana di Milano..


In Consiglio Comunale è stata approvata la delibera, da inviare al Consiglio delle Autonomie Locali (CAL), che esprime la richiesta di quest’amministrazione di far passare il Comune di Saronno nella provincia di Milano e nella conseguente futura Città metropolitana di Milano.

Il dibattito in Consiglio Comunale è stato pacato e ogni forza politica ha avuto l’occasione di esternare i propri dubbi, evidenziando sia i possibili vantaggi che gli svantaggi. Tuttavia la nostra maggioranza ha circostanziato la propria decisione con dati tecnici e analizzando i singoli articoli della legge che porterà alla riorganizzazione delle province: la città metropolitana di Milano avrà la possibilità di pianificare il territorio e le reti infrastrutturali, di organizzare i servizi pubblici in ambito metropolitano, di gestire viabilità e mobilità e coordinare lo sviluppo economico e sociale del territorio, tutte funzioni che la provincia non avrà; al contrario le opposizioni si sono limitate a sollevare molti “se” e molti “ma”, non portando mai dati a supporto della decisione contraria alla delibera. Perché, sia chiaro, l’aver votato contro o l'essersi astenuti vuol dire aver deciso di appartenere a una futura provincia pedemontana che non sarà più quella di Varese: questa, sparendo, entrerà a far parte di una macro-provincia comprendente quelle di Como, Lecco e Monza-Brianza. In Consiglio Comunale, PDL, LEGA e UI hanno dichiarato che per loro è più giusto attendere, dimenticando però di sottolineare che il loro indugiare ha il valore pratico di una approvazione verso una futura appartenenza alla suddetta macro-provincia, che avrà quasi sicuramente Monza come capoluogo, con le ormai decennali difficoltà di collegamento viabilistico e ferroviario.
Più volte è stato ripetuto: “È fondamentale che ci sia un’unione tra i comuni del saronnese”. Ma quanti sforzi ha realmente investito la politica locale per cercare di creare questa aggregazione?  Allo stato dei fatti l'unione si è verificata solo per cause di forza maggiore. In passato i sindaci del saronnese sono caduti nell’errore di guardare solo nel proprio “orto”, spesso a discapito dei servizi e dei molteplici vantaggi che intenti comuni tra le città del saronnese avrebbero portato ai propri cittadini. Basti pensare a cosa si potrebbe realizzare  lavorando insieme sui problemi riguardante i trasporti, l’inquinamento, la gestione dei rifiuti come anche dell’acqua, i provvedimenti di carattere socio-assistenziale.
La stessa cosa è accaduta su scala nazionale: quanti anni hanno avuto a disposizione i politici italiani per riordinare le province e per fare studi approfonditi sotto ogni aspetto, sia economico sia sociale? Molti. Eppure niente: tutti i partiti hanno nel proprio programma elettorale la riduzione se non la soppressione delle province, ma nessuno ha mai operato concretamente in tal senso, limitandosi a istituire moribonde commissioni parlamentari . Unico partito a distinguersi, noi dell’Italia dei Valori, con una proposta di legge di iniziativa popolare volta ad abolire le province, portata in Parlamento ai primi di luglio, che ha ricevuto voto contrario di PDL, LEGA e PD.
Qual è stato il risultato di questi anni? Proprio l'opposto dei programmi sbandierati in campagna elettorale: le province italiane sono andate a moltiplicarsi raggiungendo il numero di 110, con annessi carrozzoni politici e società partecipate.
E' su quest’onda di conservazione degli attuali  ruoli politici che interpreto l’ultima proposta che arriva dal presidente della provincia Dario Galli, che chiederebbe l’autonomia del varesotto. Proposta che non è supportata da un elenco di vantaggi che otterrebbero i cittadini da tale autonomia, o meglio isolamento. Di sicuro si potrebbe fare un lungo elenco di vantaggi per i partiti politici, e ciò non sarebbe altro che un’ulteriore dimostrazione di quanto la politica “vecchio stampo” sia il freno più grande alla realizzazione di qualsiasi riforma positiva nel nostro Paese. 
L'Italia dei Valori lo ripete da anni che è necessario smantellare quelle nicchie di potere politico che navigano contro ogni miglioramento, ogni avanzamento economico e ogni utilità sociale. Le iniziative Referendarie che ci vedranno impegnati nelle piazze ad ottobre per eliminare i privilegi dei parlamentari e i finanziamenti pubblici ai partiti, sono l’ennesima dimostrazione.
Ora c’è un Governo tecnico che, per quanto personalmente ne disapprovo la natura per nulla democratica, ha spronato l’immobilità politica su quest’argomento. Per la prima volta viene affrontata concretamente la riorganizzazione dello Stato, delegando ai Comuni, nel pieno della propria autonomia, la possibile richiesta di uno spostamento in una provincia più coerente con la propria storia, la propria economia e i propri legami sociali e commerciali.
Ed è questo che sta cercando di fare la nostra amministrazione! Non nascondo che mi aspettavo la collaborazione della minoranza, che invece purtroppo sembra opporsi, ancora una volta, solo perché seduta dalla parte opposta dei banchi consiliari o per indicazioni dei partiti che vanno oltre il locale.
Se si provasse realmente a collaborare tra diverse forze politiche saronnesi, sono sicuro che si riuscirebbe a coinvolgere in una decisione comune anche tutte le altre realtà che circondano la nostra città, che adesso, nascoste dietro alla trincea dei propri dubbi rischiano di accettare passivamente le decisioni del CAL e di farci quindi inglobare in una grande provincia che poco avrà a che fare con i problemi  da risolvere sul nostro territorio.

Stefano Sportelli
consigliere comunale
IDV Saronno

26 settembre 2012

Con Milano o con Varese?

Il proliferare delle province è l'ennesima dimostrazione dell'irresponsabilità della classe politica la quale non si è mai preoccupata del costo conseguente per il paese ma solo della propria visibilità al fine di ottenere consenso attraverso la creazione di posti di lavoro che poco servivano ai cittadini anche se su di loro poi sarebbero gravati i relativi costi.
Oggi ci troviamo con l'assurdità di province, a livello nazionale, di dimensioni enormemente diverse, dimensioni che vanno dai 57mila abitanti agli oltre quattro milioni e con un numero di comuni dai sei di Trieste ai 250 di Cuneo.
Uguali però, debbono essere i servizi che le province debbono erogare, indipendentemente dal numero di abitanti e dal numero di Comuni facenti parte. Stante queste grandi differenze è ovvio che se i servizi da erogare debbono essere gli stessi ne conseguirà che i costi o la qualità saranno, per forza di cose, diverse.
Basti pensare alla struttura politica ed amministrativa di una Provincia con soli sei Comuni.
Quattro livelli politici di gestione: il Governo centrale, la Regione, la Provincia ed il Comune ed ognuno con i propri costi della politica, i suoi presidenti, consiglieri, ecc.
Ne consegue un'eccessiva dispersione dei poteri decisionali che rendono lenta la macchina amministrativa.
Ma i costi non sono solo lì: vi sono poi enti e funzioni legati alle province quali, ad esempio, le Prefetture, le ASL, la giustizia, le scuole, ecc.
Bene ha fatto questo Governo nel concretizzarequanto l'IDV dice da sempre, decidendo di intervenire non solo per un problema amministrativo ed organizzativo ma anche di tipo tecnologico in quanto web e computer hanno drasticamente ridotto le distanze ed avrebbero dovuto portare ad una riduzione delle province e non ad un loro aumento.
Ora alcune città si sono poste il problema di esercitare un loro diritto ed esprimere un parere, previsto per legge, sulla preferenza di accorpamento ad una Provincia piuttosto che ad un'altra. E' il caso, ad esempio, di alcune città del sud della Provincia di Varese, città che dal punto di vista pratico orbitano maggiormente su Milano piuttosto che su Varese. Parliamo di Saronno, Caronno, Busto,Gallarate, Cassano, Cardano, Samarateed altre.
Per Milano è prevista la costituzione della Città metropolitana alla quale alcuni Enti locali potrebbero fare richiesta di adesione.
Il percorso stabilito dal Governo è estremamente breve e questo potrebbe essere un fatto positivo poiché mira a realizzare il cambiamento, promesso a parole da tanti Governi passati, prima che ritornino i vecchi parolai della politica.
E qui nasce il problema poiché gli Enti locali potrebbero esprimere un proprio orientamento in materia ma il percorso da seguire non è stato preceduto da un'analisi delle conseguenze pratiche, un percorso che avrebbe dovuto essere fatto con più calma ed un maggior approfondimento.
Gli Enti locali, e prima ancora i cittadini, non sono stati opportunamente informati al fine di poter esprimere una preferenza con cognizione di causa.
Alcuni consiglieri comunali hanno proposto un referendum prima che il proprio Comune esprima una preferenza.
Questi stessi consiglieri non sanno che l'Ente locale deve esprimere un orientamento al Consiglio delle autonomie locali (CAL), entro i primi di ottobre p.v., il quale lo riporterà poi alla Regione.
Il CALè un organo previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, all'art. 123, impegna le Regioni a prevederne l'istituzione nel proprio Statuto regionale. Esso è composto dai rappresentanti degli enti locali (Comuni, Province, Comunità Montane). Ha funzioni consultive ed è finalizzato al coordinamento fra la Regione e il suo sistema di enti locali.
Non c'è quindi tempo né per approfondire l'argomento da parte dei cittadini né per un referendum.
Ma se il Governo ha ritenuto che un processo più approfondito non fosse necessario, o perlomeno che l'urgenza del provvedimento fosse superiore, allora è come dire che non possiamo perdere tempo e fare troppi ragionamenti. I Comuni, ed i cittadini, debbono esprimere un parere di pelle in base a come e quanto e come l'attuale struttura provinciale è stata percepita.
Nel caso di diversi Comuni, del sud del varesotto, è evidente che la percezione generalizzata è che i residenti orbitano prevalentemente nell'area di influenza di Milano soprattutto per quanto attiene il lavoro, la cultura e la mobilità in genere. A Varese è pure scomodo arrivarci e magari molti cittadini, del sud del varesotto, non ci sono nemmeno mai andati se non per rinnovare il passaporto.
Se sino ad ora Varese è stata così lontana allora la scelta di adesione alla città metropolitana di Milano ci porterà maggiori benefici poiché verso Milano, ogni giorno, si muovono migliaia di cittadini che potranno fa sentire la loro voce poiché parte della stessa area metropolitana e quindi della stessa amministrazione e non più appartenenti ad altra Provincia.
Per questo motivo l'Italia dei Valori per i Comuni che partono da Cassano Magnago per arrivare a Saronno ritiene che la scelta di adesione alla città metropolitana di Milano sia quella preferibile nell'interesse dei cittadini:forse di minore interesse per i politici che si sentivano attori, in una realtà più piccola, e che ora temono di diventare comparse. Starà a loro dimostrare di non essere comparse e diventare attori in una realtà più stimolante dove, speriamo, conti maggiormente la meritocrazia di quello che sapranno fare.
Un detto anglosassone recita “Changes are chances” ovverosia “I cambiamenti sono opportunità”: sta avvenendo una grande trasformazione che purtroppo l'insipienza di governi precedenti non ha saputo governare e che ora è diventata non più rimandabile.
IDV Area Sud Provincia Di Varese

Per qualsiasi informazioni contattateci via e-mail: idvsaronno@gmail.com

IDV Saronno

19 settembre 2012

Quartiere Prealpi: il parco degli Alpini...

Cari amici e amiche,
pubblichiamo copia dell'articolo apparso su LaProvincia riguardante il Parco Alpini del Quartiere Prealpi, che espone il problema e l'impegno dell'assessore Fontana, dell'IDV Saronno e dell'amministrazione comunale di portare la proprietà di quell'area a proprietà pubblica.
Per qualsiasi informazioni contattateci via e-mail: idvsaronno@gmail.com
(tratto da: LA PROVINCIA DI VARESE)

16 settembre 2012

La Corte di Strasburgo sulla legge 40..


La Corte di Strasburgo si è pronunciata sulla legge 40 che rende lecita la diagnosi preimpianto per coppie portatrici sane di malattie genetiche, ancorché fertili, certificando ancora una volta il carattere lacunoso e contraddittorio del nostro ordinamento, in virtù del quale è possibile, in presenza di gravi patologie, abortire oltre il quarto mese di gravidanza, mentre è proibito fare la diagnosi preventiva degli embrioni per quelle stesse patologie che consentono un aborto terapeutico tardivo.
Una totale contraddizione che solo l'oscurantismo di chi non vuol capire può sostenere.

Cade un altro dei divieti contenuti nella legge 40, insieme a quello della crioconservazione degli embrioni e del limite massimo di tre embrioni per ciascun ciclo di fecondazione, aboliti da 17 pronunciamenti emessi tra Consulta e tribunali.
IDV ha sempre denunciato l'impostazione misogina, proibizionista e confessionale della legge.

Chiediamo dunque al Governo di non presentare ricorso alla Grand Chambre della Corte europea, esponendo il paese intero al pubblico ludibrio in sede comunitaria, ma di assumere tutte le iniziative idonee a rispettare la sentenza.

Dobbiamo
cancellare una norma ormai svuotata delle sue previsioni originarie, approvare una nuova legge sulla procreazione assistita rispettosa dei diritti all'autodeterminazione delle donne e delle coppie, e rispettosa del principio di autonomia della ricerca scientifica.

Chiediamo a tutte le cittadine e i cittadini che hanno a cuore la
laicità dello Stato, i diritti costituzionali e le libertà individuali di sottoscrivere l'appello dell'Italia dei Valori collegandosi al sito http://www.italiadeivalori.it/.

Una battaglia di civiltà!

I recapiti IDV Saronno. mail: idvsaronno@gmail.com


10 settembre 2012

4 REFERENDUM: a metà ottobre ..


Martedì 11 settembre, alle ore 10.30, una delegazione, composta da rappresentanti delle forze sociali e politiche, da intellettuali e da giuristi, presenterà in Cassazione i quesiti referendari per i due referendum sul lavoro: il ripristino dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, cancellato dal governo Monti con la riforma Fornero e il ripristino del valore universale dei diritti previsti dal contratto nazionale di lavoro, cancellato dal governo Berlusconi con l’art.8 del decreto-legge n.138 del 2011. La raccolta delle firme, che inizierà a metà ottobre, andrà di pari passo con quella ai due referendum IdV contro la Casta: abolizione della diaria dei parlamentari e abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti.

L'iniziativa dell'Italia dei Valori è stata, infatti, accolta, ripresa...

e fatta propria da un fronte ampio che si sta allargando di ora in ora. Hanno già aderito la Fiom, Sel, i Verdi, il Prc, il Pdci, Beppe Giulietti, portavoce dell''Associazione Articolo 21; Vincenzo Vita, senatore del Pd. Altre firme e altre sigle politiche e sociali si aggiungeranno nelle prossime ore.

Questa è la politica vera, quella che cambia la realtà, tocca la vita e gli interessi delle persone reali. Noi possiamo solo augurarci che anche quei partiti che sono oggi chiusi nella logica asfittica dei marchingegni elettorali e dei giochi di palazzo capiscano presto che è ora, anche per loro, di spalancare le finestre e ridare aria e vita alla politica per restituirla ai cittadini”.

La raccola firme inizierà a metà ottobre anche a SARONNO ...

IDV Saronno