...il coraggio di essere liberi

29 settembre 2006

In Regione comanda l’Atm

Pubblichiamo un comunicato del capogruppo regionale dell’Italia dei Valori S. Zamponi, su un tema molto caro a tutti i pendolari saronnesi

“L’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo, durante l’incontro con la V commissione di oggi, ammette l’impotenza di istituire il biglietto unico a causa delle resistenze dell’Azienda dei trasporti milanese”, dichiara Stefano Zamponi, Capogruppo regionale dell’Italia dei Valori.

“Italia dei Valori è disponibile – conclude Zamponi – a collaborare in tutte le sedi affinché l’interesse dei cittadini prevalga su quello dell’Atm”.

16 settembre 2006

Alla Bpi serve più trasparenza

Per la prima volta un verbale di assemblea della Popolare Italiana è stato pubblicato su internet. Un fatto positivo che compensa una scelta, la data 29 luglio, non proprio felice, ancorché, leggiamo obbligata, per svolgere una assemblea dei soci di una banca popolare. Dal verbale emergono alcuni fatti interessanti per il territorio e per la banca. Innanzitutto rileviamo che a fronte della presenza di 356 soci, quelli intervenuti sono stati solo 10. Ci domandiamo come si pensa di far emergere gli interessi del territorio, dei soci, dei dipendenti e della banca, se non si utilizza al meglio l'occasione dell'assemblea dei soci, per capire, discutere e proporre, tanto più in un periodo come quello attuale dove in ogni assemblea vengono discussi aspetti molto importanti della vita societaria. Come se tutto fosse già passato, si continua a rifugiarsi dietro le lettere ai giornali con firma nascosta e non si confrontano, magari in modo organizzato le proprie ragioni con quelle di chi non la pensa come noi. Questo è un aspetto che ci preoccupa perché desumiamo che non ci sia serenità all'interno della Popolare, che in particolare dipendenti non si sentano liberi di esprimersi e confrontarsi. Non è la prima volta che interveniamo sulla Popolare. Con prudenza e con rispetto abbiamo rilevato incongruenze ed eccezioni. Purtroppo alcune osservazioni ci stanno dando ragione. In sede di presentazione del Piano Industriale ci apparve chiara la direzione intrapresa a dispetto delle dichiarazioni ufficiali. Il Piano era congegnato per rendere più appetibile una banca, forse a causa di sofferenze maggiori di quelle ufficiali. Dal verbale di assemblea e dalle agenzie di stampa apprendiamo che il management ed i sindaci hanno acquistato azioni della Popolare a 6, 8 euro. Il 1° agosto, cioè il giorno della formalizzazione dell'incarico agli advisor per valutare le opzioni di vendita il titolo valeva più di 9 euro. Riteniamo che Gronchi & C. abbiamo fatto male a non vendere le azioni nel momento in cui hanno ritenuto opportuno, dopo varie smentite, interpellareformalmente gli advisor; una cosa è acquistare le azioni della compagnia per la quale si lavora, in quanto si ha fiducia e buon sentimento di quello che si sta facendo, altra cosa è prendere provvedimenti formali che premiano immediatamente il proprio portafoglio titoli. Avrebbero potuto invece avere un legittimo guadagno e fare una figura più bella, andando già all'assemblea del 29 luglio senza le azioni. Come avevamo già proposto a settembre dello scorso autunno, bisogna creare una rete di interessi e di interlocutori locali intorno alla banca e pertanto non possiamo che essere favorevoli alla proposta del Presidente della Provincia dell'istituzione di una fondazione. La riteniamo questa una idea da concretizzare al più presto e indipendentemente dalle decisioni societarie. Sono tante le istanze che la Popolare deve soddisfare; un ente che si faccia carico di rappresentare quelle territoriali, ci sembra una strada obbligata e trasparente nei confronti di tutti. Fatte salve le importanti esigenze espresse dal Sindaco di Lodi, non entriamo nel merito dei possibili partner, ci limitiamo a dire che ritrovarsi dopo Fiorani a braccetto di Roberto Mazzotta, arrestato econdannato in primo grado nell'inchiesta mani pulite e poi assolto in appello grazie ad una delle tante riforme a piè di lista del codice penale (art. 513), non sarebbe un gran balzo in avanti come segno di novità. Tra le tante dichiarazioni non abbiamo letto quali siano i passaggi da affrontare in caso di modifica della compagine societaria; e ci domandiamo se vi saranno ulteriori passaggi assembleari in caso di fusione, acquisizione, vendita.Tardiamo ad accorgerci, con fatti concreti, che i consiglieri di amministrazione in quota Lodi stiano tutelando al meglio gli interessi per i quali sono stati eletti, che per esempio potrebbero rassicurarci sul punto precedente. Non comprendiamo la posizione della Banca d'Italia, o meglio la comprendiamo benissimo. Essa si trova in un posizione scomoda. Avalla l'acquisizione di una Banca più grande della Lodi, sanziona il vecchio consiglio di amministrazione, effettua una indagine interna alla Popolare, spinge ora per una fusione come miglior garanzia per il futuro. Nonostante il cambio di gestione, ci sembra che ci siano gli estremi affiche´ i soci si rivalgano anche nei confronti della Banca d'Italia o di qualche suo dirigente, visto che il comportamento attuale sta smentendo alla lunga e nei fatti tutte le passate autorizzazioni e tutti gli omessi controlli. Ora la Banca Popolare è in una situazione difficile. Se fino a poco tempo fa gli interessi dei soci, degli azionisti e dei dipendenti sembravano coincidere, ora divergono in modo importante. A luglio si rincorrono le voci dell'interesse della Popolare di Milano, in agosto viene mandato di valutarela compatibilità delle diverse proposte, in settembre non si decide. Ci sembra non positivo aver consentito di farsi tirare la giacchetta da competitor più piccoli. E' una eccessiva disponibilità al confronto con il mercato che comunica a tutti dubbi e titubanze per il futuro. Non possiamo fare altro ora che appellarci ora più che mai ad una gestione più saggia e più trasparente per tutti, e che sia premiata da una più ampia ed attiva partecipazione alle prossime assemblee.

Giambattista Pera, IDV Lombardia

05 settembre 2006



Il sig. Sindaco ha risposto all'email inviata da Donato, ma ha richiesto che la propria risposta non venisse pubblicata. Donato, quindi, ha replicato al sig. Sindaco inviando una documentazione fotografica dello stato di degrado in cui versa il quartiere Matteotti, degrado di cui il sig. Sindaco in più occasioni ha negato l'esistenza.





Sig.Sindaco, noto che la sua sollecita risposta mi giunge da un luogo di villeggiatura, perciò la ringrazio doppiamente e spero che vorrà leggere anche questa mia breve replica.
E' pur vero che per lo sviluppo armonioso di una società occorre il concorso di più soggetti: le famiglie, la scuola, le istituzioni locali e nazionali, tuttavia:

SICUREZZA E PULIZIA - i vigili dovrebbero vigilare e gli spazzini dovrebbero spazzare.
EMARGINAZIONE - è inutile nascondersi, benché io non sia nativo di Saronno, so per certo che in città il Matteotti è considerato il quartiere di serie B.
DEGRADO - allego alcune foto che non hanno bisogno di commento, le ho scattate in via Sampietro, l'arteria più trafficata del quartiere ed una delle porte d'ingresso a Saronno.

Spero di non avere disturbato le sue vacanze, le auguro un buon proseguimento.
Distinti saluti.
Abbagnale Donato.


Foto allegate all'email