...il coraggio di essere liberi

29 giugno 2006

Comitato per il referendum

L’esecutivo del Comitato promotore del referendum costituzionale si è riunito oggi sotto la presidenza del sen. Oscar Luigi Scalfaro. Il Comitato ha preso atto con grande soddisfazione dell’esito del referendum, dell’alta partecipazione al voto nonostante le giornate estive, e della netta affermazione del NO. Il Comitato ringrazia tutte le organizzazioni, associazioni, partiti e sindacati, coordinamenti e comitati locali che hanno costruito questo successo con un grande lavoro di informazione nelle città e nei paesi di tutte le regioni italiane. Le ragioni del NO sono state comprese e condivise dalla maggioranza degli italiani grazie innanzitutto all’impegno di milioni di questi volontari.
Il voto ha bocciato e cancellato una pessima riforma costituzionale. Ma ha soprattutto riaffermato l’adesione della grande maggioranza degli italiani all’impianto, ai principi e ai valori della Costituzione repubblicana. Che può essere aggiornata, ma non demolita o stravolta. Il voto degli italiani deve essere rispettato. Il Comitato assunse fin dalla nascita, due anni fa, la denominazione “Salviamo la Costituzione: aggiornarla non demolirla”. Ritiene ora suo compito e suo dovere vigilare perché la scelta degli italiani non sia disattesa o tradita. E dunque perché la necessaria opera di ammodernamento delle nostre istituzioni democratiche sia sempre coerente con i principi e i valori della Costituzione, anzi ne favorisca la piena attuazione. E perché si traduca in riforme istituzionali e (quando necessario) in puntuali emendamenti alla Costituzione largamente condivisi, non imposti nell’interesse di una parte.
Il Comitato chiederà di essere ricevuto dal Presidente del Consiglio Romano Prodi e dal Ministro per le Riforme Vannino Chiti per conoscere le iniziative del Governo in materia e per sottolineare gli indirizzi e i vincoli che derivano dal voto popolare. Chiederà altresì un incontro ai ministri dell’Istruzione e dell’Università per sottoporre loro alcune proposte intese a promuovere la conoscenza della Costituzione e dei suoi valori nelle scuole e nelle università italiane.
Il Comitato ha infine deciso di riunire in una assemblea nazionale, nella seconda metà di settembre, i rappresentanti delle migliaia di comitati e coordinamenti locali e di tutte le organizzazioni nazionali che del comitato fanno parte, per definire le linee di azione e le iniziative da intraprendere per diffondere la conoscenza e l’adesione ai principi costituzionali e promuoverne l’attuazione.
Roma, 28 giugno 2006

22 giugno 2006

Riforma “DEVOLUTION” per cambiare la Costituzione italiana.

Noi,i sostenitori del NO. Perché?

Il Comitato Saronnese “Viva l’Italia” martedì 20 giugno ha indetto un incontro con i cittadini per far capire e spiegare a cosa si andrebbe incontro votando a favore di tale riforma. Troppa la disattenzione e troppo poca la conoscenza del popolo italiano di fronte ad un momento storico di tale importanza.

A presiedere l’incontro è il Professore Valerio Onida, insegnante onorario di Diritto Costituzionale presso l’università Statale di Milano, 9 anni giudice costituzionale e presidente della Corte Costituzionale negli ultimi 6/7 mesi.

Il Prof.Onida da inizio alla sua “lezione” introducendo quegli argomenti che possono essere portati come “convincenti” per coloro che sostengono la riforma. Essi partono dall’idea sbagliata che la Costituzione debba essere modificata nella parte che riguarda l’ordinamento di stato dei poteri. Ma da dove nasce questa idea, questo “mito della grande Riforma”?! Contestano il fatto che la Costituzione sia stata creata nel dopoguerra dai tre partiti più importanti dell’epoca (partito Comunista, partito Socialista e Democrazia Cristiana) che oggi non esistono più o sono profondamente cambiati. Viene così a mancare, secondo loro, quel senso di “modernità”. Ciò è sbagliato storicamente!! Quei partiti, appena fondati o relegati ad anni di esilio, non si sono ispirati ad un bagaglio loro specifico, ma hanno guardato ai grandi principi del costituzionalismo liberal-democratico: “la Costituzione si fonda su un sistema saldo di principi morali tuttora valido!”. A tali principi si è dato vita guardando lontano, essi durano nel tempo e non vanno assolutamente giudicati come passati o “vecchi”. La fase costituente è scaturita da svolte di eventi epocali nel mondo, non dalla vicenda di un unico Stato. Parla un linguaggio universale! Questa è la nostra Costituzione, ciò che sentono i cittadini! E non quell’idea di mito diventata slogan della classe politica!

Addentriamoci ora in quelli che sono i cambiamenti che verranno attuati con la Riforma. Essa non propone singole modifiche, bensì un progetto che riscrive 50 articoli della Costituzione e tocca tutti gli aspetti dell’ordinamento dei poteri che questa descrive.

Viene lasciata intatta la prima parte e quella che riguarda i principi fondamentali; sorte diversa ha la seconda parte, che viene modificata del tutto nei suoi sei titoli (Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, Magistratura, rapporto Regioni-enti locali, Corte Costituzionale). Più precisamente possiamo individuare quattro capitoli:

1. DEVOLUTION. Passaggio di poteri dal centro alla periferia, viene quindi ampliato il potere delle Regioni. Ma il passaggio di quali poteri? E in che modo avviene tale passaggio? Fino al 2001 le Regioni potevano legiferare solo su un numero limitato di materie elencate nella Costituzione e le competenze generali spettavano allo Stato. Dopo il 2001, con l’approvazione della riforma per l’autonomia delle Regioni, la Costituzione prevede un elenco di materie in cui il potere di istituire nuove leggi è prerogativa dello Stato, e un elenco, denominato “Concorrente” dove Stato e Regioni collaborano insieme. Al di fuori di questi due elenchi le competenze spettano alle Regioni.

Quale novità introdurrebbe la Devolution? L’ESCLUSIVITA’ delle regioni nelle materie concorrenti quali organizzazione sanitaria, organizzazione scolastica e polizia amministrativa. Questo porterebbe lo Stato a perdere poteri nei confronti delle Regioni. Tale modifica implicherebbe aspetti negativi riguardanti i diritti fondamentali dei cittadini (es. possibilità di curarsi su tutto il territorio) e, inoltre, verrebbe a mancare una linea comune di intenti. I sostenitori del Sì negano questa ipotesi: lo Stato conserverebbe comunque le sue competenze…come potete vedere, siamo di fronte o a una contraddizione, quindi una sorta di “Riforma apparente” (non possono esistere competenze esclusive!), o a un intento implicito: regionalizzare completamente escludendo lo Stato.

Questa è L’UNICA legge a favore dell’autonomia regionale; i restanti cambiamenti la riducono! Guardiamo, ad esempio, alla clausola che consente alle Regioni ordinarie, in grado di esercitare ulteriori poteri, di negoziare con lo Stato per acquisirne di ulteriori:la Riforma eliminerà tale clausola, e questo non andrà certo a favore di uno sviluppo e di una indipendenza! E ancora, la devolution inserirebbe un altro punto per cui lo Stato limiterà l’incremento della pressione fiscale complessiva delle Regioni e dei Comuni.

2. BICAMERALISMO PERFETTO. Abbiamo due Camere aventi gli stessi poteri. La Riforma fa venir meno questo sistema in quanto lo considera un caso unico (il che è assolutamente falso, basti pensare agli Stati Uniti) e sostiene che allunghi i tempi della legislazione. Gli si potrebbe dare ragione, se non fosse che ci devono essere più organi di confronto affinché ci sia ponderatezza!

Camera e Senato hanno le stesse autorità ma devono concordare su un unico testo. Anche in questo caso vengono attuati cambiamenti che portano da uno a tre procedimenti legislativi:

a. la Camera delibera, il Senato può proporre cambiamenti, la Camera delibera definitivamente. La Camera ha quindi dominanza.

b. il Senato delibera, la Camera può proporre cambiamenti, il Senato delibera definitivamente. Dominanza del Senato.

c. entrambe deliberano a parità di poteri sullo stesso soggetto.

C’è però un particolare non irrilevante da aggiungere: se il Governo ritiene che una proposta del Senato sia contraria al proprio programma, sposta la competenza alla Camera.

Il criterio sul quale si basano questi procedimenti sta nella distribuzione delle materie negli stessi…sorge spontanea una domanda: come decidere a che materia appartiene una legge? Ci sono leggi che riguardano più materie e che verrebbero quindi spezzate in tre tronconi!

3. PREMIERATO. Rafforzamento del premierato. Nel nostro sistema il premier è il dirigente del Governo ed è espressione della maggioranza parlamentare, esiste quindi un rapporto di fiducia Governo/Parlamento. Se viene a mancare questo rapporto, il Governo cade e viene sostituito. Con la Riforma si avrebbe la figura di “Primo Ministro”, eletto direttamente dal popolo senza la maggioranza parlamentare. Il Parlamento non rappresenterà più la maggioranza del popolo! Il Primo Ministro “determinerà la politica del governo, i ministri saranno nominati e revocati da lui stesso senza un controllo esterno”. Acquisterà così nei confronti del Parlamento un alto potere di pressione e potrà mettere la Camera di fronte ad una secca alternativa: approvare le sue proposte o essere sciolta. Verrà così a crearsi una figura di capo assoluto!

4. ORGANI DI GARANZIA. Magistratura e Corte Costituzionale. Per quanto riguarda la Magistratura, la Riforma prevede che il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura non possa più eleggere il vicepresidente in quanto verrà eletto dal di fuori.

I cambiamenti più importanti andranno ad incidere sulla Corte Costituzionale in due modi. In primo luogo, la nomina dei giudici della Corte di Cassazione avverrà con modalità differenti, vale a dire 7 nominati dal Parlamento, 4 dal Presidente del Consiglio e 4 dalle Alte Magistrature venendo così a sostituire il sistema 5-5-5 in vigore oggi.

In secondo luogo, tutti i Comuni potrebbero ricorrere direttamente alla Corte Costituzionale con il rischio che questa venga subissata da contenziosi tra Stato/Regioni e Comuni/Regioni.

La Costituzione è un tessuto collettivo, in quanto è stata voluta da tanti nel ’46, ’47, ’48, e un tessuto connettivo, ovvero ci deve tenere insieme e deve essere tenuto insieme per il nostro futuro

Francesca & Matteo

17 giugno 2006

Valerio Onida a Saronno

Martedì 20 giugno alle ore 21 a Saronno, presso l'Aula Magna della scuola Aldo Moro in viale Santuario, Valerio ONIDA presidente emerito della Corte Costituzionale, parlerà della ragioni del NO al referendum del 25 giugno.

Chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo in altre occasioni, sa che Onida non è mai assertivo, nel senso che per la nitidezza della posizione sul problema e la misura del giudizio non è sospettabile di ideologismo. Onida usa parole chiare e semplici per spiegare che la Costituzione deve prevedere strumenti di garanzia contro l’arbitrio del potere, un’organizzazione dello Stato che riconosca come fine ultimo i diritto dell’uomo alla realizzazione della personalità e ad una Società più giusta.

Valerio Onida, come in altri suoi interventi, illustrerà il progetto di riforma costituzionale, racconterà le origini della nostra Costituzione e lascerà infine che l’ascoltatore tragga il proprio giudizio il che – a ben vedere – è il modo migliore per orientare al voto del prossimo referendum.

Camicie Verdi

L’ITALIA DEI VALORI DI VARESE
in collaborazione con
IL GRUPPO CONSILIARE REGIONALE DELLA LOMBARDIA

INVITA TUTTI I CITTADINI ALLA VISIONE DEL FILM





MERCOLEDI 21/GIUGNO/2006 ORE 20,30
“SALA MONTINI” PRESSO IL “DE FILIPPI”
VIA BRAMBILLA, 15 – VARESE –TEL. 0332238004

SEGUIRA’ UN DIBATTITO CON LA PARTECIPAZIONE
DEL REGISTA CLAUDIO LAZZARO

INGRESSO LIBERO

Ulteriori informazioni sul film su questo sito

13 giugno 2006

Italia Imbavagliata

07 Giugno 2006. Incontro organizzato al teatro Carcano dai grillini di Milano con un unico intento: RIFLETTERE e, soprattutto, CAMBIARE tutto ciò che infanga il nostro paese, focalizzando l’attenzione sul “bene più prezioso insieme all’acqua”(B.Grillo):l’INFORMAZIONE.

Numerose le persone accorse per prestare ascolto agli importanti ospiti che hanno dato vita alla serata: Beppe Grillo, Marco Travaglio, On.Tana de Zulueta, Antonio Cornacchione, Natalino Balasso, Oliviero Beha, Gianni Barbacetto, Dario Fo e On.Antonio Di Pietro, leader del partito “L’Italia dei valori”; purtroppo solo una parte degli spettatori giunti è riuscita ad entrare in sala, nonostante il teatro contasse dai 1200 ai 1500 posti a sedere.

Per coloro che non hanno potuto essere presenti sin dall’inizio allo spettacolo e attendevano speranzosi la possibilità di assistere all’evento, il Carcano ha aperto le sue porte verso le 10.30, una mezz’oretta prima della fine dell’incontro. Ciò non ha comunque impedito a queste persone di tornare a casa con argomenti su cui riflettere; anche gli autori di questo articolo erano tra questi impavidi, motivo per cui possiamo riferirvi “solo” gli interventi di B.Grillo, M.Travaglio e G.Barbacetto.

Dagli altoparlanti giunge l’inconfondibile voce di B.Grillo: il discorso verte intorno alle “primarie dei cittadini”. Si tratta di proposte stilate dallo stesso Grillo con la collaborazione di esperti in diversi settori attinenti Economia, Informazione, Salute ed Energia,in seguito discusse ed integrate insieme ai cittadini attraverso il suo blog: “Fino ad oggi le primarie le hanno fatte i nostri dipendenti. E’ arrivato il momento che le primarie le facciano i datori di lavoro”. Per ognuno di questi settori sono stati redatti dieci punti che l’Italia dovrebbe applicare affinché la sua situazione possa giungere ad un miglioramento. Grillo porta come esempio la possibilità di perfezionare il trasporto merci utilizzando una logistica che sfrutti appieno le nuove tecnologie in modo che i mezzi specializzati nel servizio possano viaggiare a carico pieno causando un minore impatto ambientale. Altri esempi citati riguardano la separazione delle carriere dei medici pubblici e privati: “Non consentire ad un medico che lavora in ospedale di operare anche nel privato” e “valutare sistematicamente le liste d’attesa e rendere pubblici on-line i risultati ai cittadini”.

Queste proposte sono state infine consegnate al Presidente del Consiglio Romano Prodi il giorno 08 Giugno 2006. “Oggi, ore 12, a Palazzo Chigi, Roma, ho presentato nelle mani del dipendente del Consiglio Romano Prodi le proposte discusse su questo blog attinenti a Energia, Salute, Informazione, Economia e riferite come: “Primarie dei Cittadini”. Le proposte, esempio concreto di democrazia diretta e di partecipazione delle persone alla cosa pubblica, sono state ricevute dal dipendente Romano Prodi con letizia.[…].Al dipendente Prodi ho dovuto, non me ne voglia, lasciare anche una raccomandata a mano preparata dal mio commercialista contenente una lettera di licenziamento nel caso non consideri con la dovuta attenzione i risultati delle Primarie dei Cittadini”. [fonte: blog di Beppe Grillo].

La parola passa poi a M.Travaglio, che sposta la discussione sul problema centrale dell’informazione. In Italia, la maggior parte dei cittadini votanti usa come mezzo di informazione la televisione. È chiaro che chi, come S.Berlusconi, gestisce tre canali televisivi nazionali ed influenza i canali Rai ha un forte impatto sul pubblico e può manipolare l’informazione a suo piacimento: un esempio le epurazioni di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro”.

Cronista della carta stampata, Travaglio si fa portavoce di una regolamentazione radiotelevisiva che assicuri pluralismo, libertà, obiettività, correttezza e imparzialità delle trasmissioni delle reti pubbliche e private sottraendo il servizio pubblico all’ingerenza dei partiti politici. Questi sono gli obiettivi di “Perunaltra TV”, proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma del settore radiotelevisivo (i presenti allo spettacolo hanno avuto la possibilità di firmare una petizione al riguardo). A tale proposito Travaglio cita il caso RETE 4/EUROPA 7: il canale di proprietà di Francesco Di Stefano nel 1999 vince la gara per le concessioni di frequenze televisive, ma non può trasmettere perché queste sono occupate abusivamente da Rete 4. Chiaro caso di appropriazione indebita che va a intaccare uno dei più forti mezzi di comunicazione di massa: la televisione.

Tocca ora a G.Barbacetto dire la sua al riguardo. Egli idealizza una televisione caratterizzata da un consistente numero di canali televisivi, ciascuno dei quali ha un proprio proprietario, e una serie di regole dettagliate che tali canali devono rispettare. Questa opinione porta ad un dibattito tra lo stesso giornalista e Grillo, il quale sostiene la tesi secondo cui un sistema televisivo avente la presenza di un canale pubblico senza pubblicità, informativo e culturale, indipendente dai partiti, e la concorrenza tra privati porti comunque ad osservare norme “morali” e alla creazione di una televisione libera e priva di manipolazioni.

Si conclude così questa serata. Non abbiamo potuto riportare tutti gli interventi e gli argomenti trattati nel corso dell’incontro, speriamo comunque che ciò che vi abbiamo riferito possa spingervi a svolgere un ruolo attivo nella nostra società per poter migliorare concretamente il nostro paese.

Francesca & Matteo

Per ulteriori approfondimenti:

-www.perunaltratv.it

-www.beppegrillo.it

-“Le mille balle blu” di Peter Gomez e Marco Travaglio

09 giugno 2006

Non farti fregare, vota NO!

NO a un Presidente della Repubblica Fantoccio

NO a un Presidente del Consiglio con poteri illimitati

NO a un Italia polverizzata e divisa

NO a tempi lunghi per fare le leggi

NO è il voto dell'Italia dei Valori

... per saperne di più...

05 giugno 2006

Eventi

Antonio Di Pietro parteciperà, insieme a Beppe Grillo, Marco Travaglio, Gianni Barbacetto ed altri importanti "censurati d'Italia" all'incontro organizzato dagli "amici di Beppe Grillo di Milano".
L'appuntamento è mercoledì 07/06/06, ore 21, presso Teatro CARCANO, C.so di Porta Romana 63.
Scaricate qui il volantino dell'iniziativa e.. partecipate numerosi!!!