Noi,i sostenitori del NO. Perché?
Il Comitato Saronnese “Viva l’Italia” martedì 20 giugno ha indetto un incontro con i cittadini per far capire e spiegare a cosa si andrebbe incontro votando a favore di tale riforma. Troppa la disattenzione e troppo poca la conoscenza del popolo italiano di fronte ad un momento storico di tale importanza.
A presiedere l’incontro è il Professore Valerio Onida, insegnante onorario di Diritto Costituzionale presso l’università Statale di Milano, 9 anni giudice costituzionale e presidente della Corte Costituzionale negli ultimi 6/7 mesi.
Il Prof.Onida da inizio alla sua “lezione” introducendo quegli argomenti che possono essere portati come “convincenti” per coloro che sostengono la riforma. Essi partono dall’idea sbagliata che la Costituzione debba essere modificata nella parte che riguarda l’ordinamento di stato dei poteri. Ma da dove nasce questa idea, questo “mito della grande Riforma”?! Contestano il fatto che
Addentriamoci ora in quelli che sono i cambiamenti che verranno attuati con
Viene lasciata intatta la prima parte e quella che riguarda i principi fondamentali; sorte diversa ha la seconda parte, che viene modificata del tutto nei suoi sei titoli (Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, Magistratura, rapporto Regioni-enti locali, Corte Costituzionale). Più precisamente possiamo individuare quattro capitoli:
1. DEVOLUTION. Passaggio di poteri dal centro alla periferia, viene quindi ampliato il potere delle Regioni. Ma il passaggio di quali poteri? E in che modo avviene tale passaggio? Fino al 2001 le Regioni potevano legiferare solo su un numero limitato di materie elencate nella Costituzione e le competenze generali spettavano allo Stato. Dopo il 2001, con l’approvazione della riforma per l’autonomia delle Regioni, la Costituzione prevede un elenco di materie in cui il potere di istituire nuove leggi è prerogativa dello Stato, e un elenco, denominato “Concorrente” dove Stato e Regioni collaborano insieme. Al di fuori di questi due elenchi le competenze spettano alle Regioni.
Quale novità introdurrebbe la Devolution? L’ESCLUSIVITA’ delle regioni nelle materie concorrenti quali organizzazione sanitaria, organizzazione scolastica e polizia amministrativa. Questo porterebbe lo Stato a perdere poteri nei confronti delle Regioni. Tale modifica implicherebbe aspetti negativi riguardanti i diritti fondamentali dei cittadini (es. possibilità di curarsi su tutto il territorio) e, inoltre, verrebbe a mancare una linea comune di intenti. I sostenitori del Sì negano questa ipotesi: lo Stato conserverebbe comunque le sue competenze…come potete vedere, siamo di fronte o a una contraddizione, quindi una sorta di “Riforma apparente” (non possono esistere competenze esclusive!), o a un intento implicito: regionalizzare completamente escludendo lo Stato.
Questa è L’UNICA legge a favore dell’autonomia regionale; i restanti cambiamenti la riducono! Guardiamo, ad esempio, alla clausola che consente alle Regioni ordinarie, in grado di esercitare ulteriori poteri, di negoziare con lo Stato per acquisirne di ulteriori:la Riforma eliminerà tale clausola, e questo non andrà certo a favore di uno sviluppo e di una indipendenza! E ancora, la devolution inserirebbe un altro punto per cui lo Stato limiterà l’incremento della pressione fiscale complessiva delle Regioni e dei Comuni.
2. BICAMERALISMO PERFETTO. Abbiamo due Camere aventi gli stessi poteri.
Camera e Senato hanno le stesse autorità ma devono concordare su un unico testo. Anche in questo caso vengono attuati cambiamenti che portano da uno a tre procedimenti legislativi:
a.
b. il Senato delibera,
c. entrambe deliberano a parità di poteri sullo stesso soggetto.
C’è però un particolare non irrilevante da aggiungere: se il Governo ritiene che una proposta del Senato sia contraria al proprio programma, sposta la competenza alla Camera.
Il criterio sul quale si basano questi procedimenti sta nella distribuzione delle materie negli stessi…sorge spontanea una domanda: come decidere a che materia appartiene una legge? Ci sono leggi che riguardano più materie e che verrebbero quindi spezzate in tre tronconi!
3. PREMIERATO. Rafforzamento del premierato. Nel nostro sistema il premier è il dirigente del Governo ed è espressione della maggioranza parlamentare, esiste quindi un rapporto di fiducia Governo/Parlamento. Se viene a mancare questo rapporto, il Governo cade e viene sostituito. Con
4. ORGANI DI GARANZIA. Magistratura e Corte Costituzionale. Per quanto riguarda
I cambiamenti più importanti andranno ad incidere sulla Corte Costituzionale in due modi. In primo luogo, la nomina dei giudici della Corte di Cassazione avverrà con modalità differenti, vale a dire 7 nominati dal Parlamento, 4 dal Presidente del Consiglio e 4 dalle Alte Magistrature venendo così a sostituire il sistema 5-5-
In secondo luogo, tutti i Comuni potrebbero ricorrere direttamente alla Corte Costituzionale con il rischio che questa venga subissata da contenziosi tra Stato/Regioni e Comuni/Regioni.
“La Costituzione è un tessuto collettivo, in quanto è stata voluta da tanti nel ’46, ’47, ’48, e un tessuto connettivo, ovvero ci deve tenere insieme e deve essere tenuto insieme per il nostro futuro”
Francesca & Matteo
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